giovedì 26 maggio 2011

SONDERKOMMANDO AUSCHWITZ - SHLOMO VENEZIA

 Una testimonianza diversa dal solito, quella di un giovane ebreo greco di origini italiane che rimasto orfano a 11 anni inizia da subito a dover capire come stare al mondo, qualità che lo aiuterà molto nella ghetizzazione prima e nella deportazione ad Aushwitz dopo. Dicevo diversa dal solito come testimonianza perchè per un periodo ha fatto parte di un gruppo per le "operazioni speciali" detto appunto Sonderkommando dal quale pochi sono sopravvissuti proprio per la loro "specialità". Erano tenuti distanti dagli altri prigionieri perchè conoscevano fino in fondo, man mano, gli orrori dei crematori e delle camere a gas di cui la comunità internazionale non era a conoscenza e spesso nemmeno gli stessi deportati, in genere chi la conosceva era perchè l'aveva vissuta in prima persona e quindi non aveva potuto raccontarlo a nessuno. Gli uomini del Sondekommando erano gli unici ad entrare nelle camere a gas per recuperare i cadaveri, farli sparire nei crematori e ripulire tutto in attesa di una nuova ondata di prigionieri da "disinfestare". Non presero mai parte alle uccisioni, erano però come automi, schiavi agli ordini delle SS, come dice il protagonista "sulla strada per attraversare la morte", dove solo il cibo aveva senso. Un libro scorrevole nonostante l'intensità dei fatti e delle emozioni raccontati, nato come insieme di interviste fatte da una giornalista francese nel 1992 e poi ordinato in forma discorsiva e suddiviso in base alle fasi della vita di Shlomo, dall'infanzia alla liberazione del '45 fino al congiungimento con i suoi pochi cari superstiti. Ha iniziato tardivamente a parlarne, quello di Shlomo è un male che logora dentro, la "malattia dei sopravvissuti",per cui non voleva gravarne moglie e figli ma si è reso conto che parlarne nelle scuole, accompagnare le persone ad Auschwitz era un modo per preservare la verità di chi ha vissuto tutto sulla propria pelle. E' quasi un racconto lucido e oggettivo del tutto perchè tra la fame e i lavori forzati non c'era neanche il tempo di pensare, parlare o aver paura. Qualcosa che tutti dovremmo conoscere x capire quanto sia stato facile attuare un piano del genere, nonostante la sua brutalità e ignominia, su larga scala e su un terrirrorio così vasto, in modo che non accadano nemmeno lontamente cose simili a questa.

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